Studi: il caso del Fondo Strategico italiano | CDP

Crescere per competere: il caso del Fondo Strategico Italiano

Con il ritorno alla crescita economica, lo scenario che sta emergendo è quello di un sistema produttivo caratterizzato da punti di forza, ma anche da elementi di criticità

Analizzando le performance sui mercati internazionali, alcuni segmenti del tessuto industriale italiano si sono dimostrati, infatti, particolarmente dinamici anche nella fase più acuta della crisi. D’altro canto, alcune debolezze strutturali delle imprese - piccola dimensione, bassa capitalizzazione, scarsa apertura internazionale, ridotta propensione all’innovazione - continuano ad essere un limite allo sviluppo del nostro sistema produttivo.

Il fabbisogno di equity si configura come una delle priorità del sistema produttivo italiano, che dovrebbe essere sostenuto in modo strutturale.

Il rafforzamento patrimoniale permette infatti alle imprese di intraprendere con maggiore solidità percorsi di sviluppo che riguardano le loro attività d’internazionalizzazione e di R&S favorendo un aumento dei livelli di competitività.


FSI strumento moderno di politica industriale

In tale contesto, la nascita del Fondo Strategico Italiano (FSI) ha l’obiettivo specifico di sostenere la crescita e l’evoluzione delle imprese nei settori considerati strategici per il nostro sistema economico, attraverso l’apporto di risorse finanziarie in forma di nuovo capitale di rischio.

FSI può essere considerato uno strumento moderno di politica industriale, che mette a disposizione “capitale paziente”, con un orizzonte d’investimento più lungo rispetto a quello di gestori di private equity tradizionali, attraendo risorse finanziarie private, anche estere, da investire per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale.

Attualmente, a fronte di una dotazione di capitale di 5,1 miliardi di euro, FSI ha:

  • investimenti per 1,5 miliardi di euro in imprese italiane
  • ha favorito l’attrazione di capitale dall’estero per circa 3 miliardi di euro.

Dall’analisi dei principali investimenti effettuati e della loro ricaduta in termini di attività economica e di livelli occupazionali direttamente o indirettamente attivati emerge, in primo luogo, come FSI sia riuscito ad accrescere l’attrattività del nostro sistema produttivo, diventando in pochi anni il principale veicolo attraverso cui convogliare investimenti esteri in Italia.

Al tempo stesso, FSI sta favorendo lo sviluppo internazionale delle imprese grazie al rafforzamento dei piani di sviluppo all’estero e al coinvolgimento di partner strategici internazionali.

Inoltre, gli investimenti realizzati, in particolare quelli nelle filiere molto lunghe e/o labour intensive, riescono a interessare (e in parte ad attivare) livelli occupazionali significativi.

Documenti correlati