La Banda Larga in Italia: presupposti per lo sviluppo di un'infrastruttura strategica
L’incremento nella diffusione delle tecnologie digitali ha un impatto moltiplicativo in termini di sviluppo, risultando un vero e proprio fattore abilitante per la crescita di un Paese.
Banca Mondiale stima che una variazione di 10 punti percentuali della penetrazione della Banda Larga possa generare un aumento di 1,2% di crescita del PIL pro-capite dei Paesi sviluppati. Alla luce di queste considerazioni, la Commissione Europea, nell’ambito dell’Agenda Digitale, ha fissato una serie di target estremamente ambiziosi per la realizzazione di nuove infrastrutture di telecomunicazione che consentano:
Il perseguimento di questi obiettivi, ritenuti fondamentali per dare luogo a uno sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo, risulta particolarmente impegnativo sia dal punto di vista regolamentare, sia da quello finanziario. La disponibilità di connessioni in fibra ottica in Europa risulta, infatti, significativamente inferiore a quella registrata negli Stati Uniti e nel Sud-Est Asiatico: pochi cittadini europei possono disporre dei collegamenti a internet superveloci, che in Paesi come Giappone e Sud Corea sono, invece, considerati la norma.
L’Italia, in nessuna delle variabili esemplificative del grado di digitalizzazione e di alfabetizzazione informatica della popolazione, appare in linea con la media europea e tantomeno con le principali economie del continente. Questa circostanza, peraltro, riguarda non soltanto i cittadini, ma anche il tessuto imprenditoriale e la Pubblica Amministrazione.
Nell’ambito di una filiera estremamente articolata come quella digitale, le infrastrutture sono, di fatto, il nodo centrale attorno al quale ruotano i principali interessi degli attori coinvolti, sia a livello istituzionale, sia a livello industriale.
Gli investimenti in Banda Larga, infatti, hanno effetti sia diretti, legati alla realizzazione di nuove reti, sia indiretti, derivanti da tutte quelle attività economiche che sfruttano le potenzialità di infrastrutture più efficienti e che determinano la crescita complessiva dei sistemi sociali, migliorando l’efficienza delle imprese, aumentando la produttività, favorendo l’innovazione e la crescita dell’occupazione.
Mix intelligente di diverse tecnologie
È necessario individuare un mix intelligente di diverse tecnologie (fisse e mobili, in fibra o in rame) che consentano di centrare gli obiettivi, ottimizzando gli investimenti. In questo contesto, è possibile prefigurare diversi scenari di sviluppo.
Una soluzione possibile appare quella di realizzareun’infrastruttura FTTH (o, almeno, FTTB, con successivo completamento della rete con i verticali) nelle aree a maggior densità di popolazione e di attività economica, e fare leva sul modello FTTCab + Vectoring per portare le connessioni in Banda Ultra-Larga nel resto del Paese, anche attraverso l’integrazione con una Rete mobile di Nuova Generazione di tipo LTE, in grado di raggiungere le aree ancora oggi caratterizzate da un digital divide di base.
Se l’infrastruttura in Banda Ultra-Larga nelle aree urbane e a maggior densità di attività industriali può essere finanziata attraverso il ricorso a risorse private, il nodo critico da affrontare nel corso dei prossimi anni sarà quello di estendere la copertura di rete alle aree meno popolate e alle zone rurali, che offrono prospettive di redditività non adeguate all’ingente livello di investimenti necessari.
In questo scenario, l’intervento dello Stato potrebbe essere rivolto a favorire l’operatività del settore privato, tramite la semplificazione normativa, lo snellimento delle procedure autorizzative e il supporto alla domanda (alfabetizzazione informatica, ampliamento dei servizi offerti dalla PA), riservando le risorse pubbliche al superamento del digital divide di base e alla realizzazione delle reti nelle aree a fallimento di mercato.