Il Focus Territori individua le 5 eccellenze regionali che, se adeguatamente valorizzate, possono rappresentare un volano per la ripartenza post-Covid.
Il Piemonte, quinta tra le economie regionali, con un PIL di quasi 140 miliardi di euro nel 2019, pari all’8% del totale nazionale, appare oggi come una regione in transizione. Pur restando ancorato al percorso di crescita delle regioni del Nord, infatti, già da tempo ha rallentato la sua corsa, innescando un deficit di competitività che lo collocava, ancora prima dell’emergenza Covid, distante dalle realtà più dinamiche del Paese. Le opportunità che verranno dalla ricostruzione dell’economia italiana post pandemia devono vedere il Piemonte come protagonista di una strategia di sviluppo che valorizzi le specializzazioni storiche e le competenze consolidate del tessuto produttivo agganciandole ai nuovi trend di crescita globali della transizione ecologica, digitale e sostenibile. Tale strategia deve partire innanzitutto dai punti di forza, ossia dai vantaggi presenti rispetto alle aree economiche italiane e europee più avanzate. In tale prospettiva, l’economia piemontese può far leva su alcune nicchie che potranno svolgere un ruolo propulsivo nel rilancio del tessuto economico e sociale della regione. In particolare, le 5 eccellenze individuate sono: i) la manifattura 4.0; ii) la chimica verde; iii) il design e le industrie creative; iv) il sistema degli interporti; v) la città metropolitana di Torino. Le 5 eccellenze individuate contribuiscono a rafforza sia la componente manifatturiera più tradizionale, sia la produttività nel comparto dei servizi. Affinché si possa dispiegare appieno il potenziale e raggiungere l’obiettivo di recuperare il terreno rispetto nei confronti delle altre regioni settentrionali è necessario agire su alcuni fattori abilitanti. In particolare, i principali enabler sono: alcune componenti del sistema infrastrutturale, fisico e digitale, da cui dipende la capacità di riconnettere i territori valorizzandone le peculiarità e la ricerca di un nuovo equilibrio tra qualità della forza lavoro e fabbisogni delle imprese, al momento non adeguati ad un capitale umano tra i più qualificati a livello nazionale. Rispetto a quest’ultimo punto, le istituzioni locali hanno già intrapreso percorsi volti a diffondere e rafforzare l’innovazione nel sistema imprenditoriale e la diffusione della manifattura 4.0. Proseguire su questa strada, potrebbe consentire il recupero di un sentiero di sviluppo in grado di restituire alla regione la capacità di attrarre manodopera altamente qualificata e di favorire l’insediamento di nuove imprese, cogliendo le opportunità offerte dalla nuova geografia delle catene globali del valore.