Rifiuti e divari territoriali: quali prospettive per l’Italia? | CDP

Rifiuti e divari territoriali: quali prospettive per l’Italia?

Quali sono le principali criticità nella gestione dei rifiuti urbani in Italia? Quali sono i fabbisogni impiantistici a livello territoriale necessari per centrare i target europei al 2035? In che misura il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) risponde ai bisogni espressi dai territori e quali sono le ulteriori opzioni di sviluppo del settore?

Il documento illustra come una gestione efficiente dei rifiuti sia fondamentale per il pieno sviluppo dell’economia circolare ed evidenzia il service divide del Paese dovuto soprattutto alla carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti al Centro-Sud.

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  • Una gestione efficiente dei rifiuti, in grado di abilitare il recupero del valore di beni e prodotti a fine vita attraverso il riutilizzo, la rigenerazione e il riciclo, è fondamentale per il pieno sviluppo dell’economia circolare, anche al fine di accelerare la transizione verso un sistema economico a basso impatto di carbonio.
  • In Italia persistono significative differenze territoriali nella capacità di trattamento dei rifiuti urbani, in parte riconducibili ad una distribuzione non omogenea degli impianti in termini di numerosità, capacità autorizzata e scelte tecnologiche.
  • Ciò si traduce in un elevato conferimento in discarica (19% dei rifiuti urbani), in particolare nel Centro Sud, e in consistenti esportazioni di rifiuti in regioni non limitrofe, con ricadute sulla spesa sostenuta per il servizio dagli utenti finali.
  • Le risorse e le riforme messe a disposizione dal PNRR rappresentano un’opportunità importante per colmare i divari territoriali, ma non bastano ad esaurire i bisogni espressi dai territori e superare le criticità.
  • Complessivamente, si stima che il fabbisogno impiantisco al 2035 per il trattamento di rifiuti urbani necessario per centrare i target europei ammonti a 5,2 milioni di tonnellate di cui:
    • 2,4 milioni per il trattamento dell’organico, concentrati in particolar modo in Campania, Lazio e Sicilia;
    • 2,8 milioni per il recupero energetico, concentrati soprattutto in Sicilia, Veneto e Lazio.  
  • Il raggiungimento di un’autosufficienza nazionale e regionale consentirebbe di:
    • abbattere gli extra-costi associati all’esportazione di rifiuti fuori regione che grava per il 90% sulle regioni del Centro-Sud;
    • rafforzare la produzione di energia derivante dal recupero energetico dei rifiuti, con un potenziale incremento annuo di energia elettrica prodotta in grado di soddisfare le necessità di 390mila famiglie e una riduzione di CO2 prodotta pari a 500 mila tonnellate l’anno.
  • Per una gestione efficiente dei rifiuti è necessario:
    • favorire l’afflusso di ulteriori risorse verso i progetti di comprovata fattibilità rimasti esclusi dall’assegnazione dei fondi PNRR per esaurimento del plafond;
    • promuovere soluzioni digitali, legate alla tracciabilità dei rifiuti, per lo sviluppo del mercato delle materie prime seconde;
    • attuare politiche di sensibilizzazione atte a promuovere un contesto favorevole allo sviluppo degli investimenti.     

 

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