La collaborazione con Fondazione AIRC si colloca nel settore di intervento Assistenza e ricerca scientifica, con l'obiettivo condiviso di far progredire la ricerca oncologica nel Nostro Paese, andando a sostenere, in particolare, le eccellenze scientifiche nelle regioni del Sud Italia.
Contesto e partnership Ogni giorno, in Italia, circa mille persone ricevono una diagnosi di tumore, a conferma che il cancro resta un’emergenza sanitaria. Dagli ultimi dati disponibili, che si riferiscono al 2020, è emerso che 3,6 milioni di cittadini sono vivi dopo una diagnosi di tumore: si tratta del 6% della popolazione, con un aumento del 36% rispetto al 2010.
Per quanto invece riguarda la ricerca e la cura oncologica esiste ancora oggi un divario tra Nord e Sud del Paese, condizionato dalla carenza di centri che possano svolgere una funzione di aggregazione e facilitare la cooperazione tra scienziati d’eccellenza e nuove generazioni di ricercatori.
Proprio per ridurre questa differenza territoriale e permettere la creazione di reti di collaborazione che abbiano un impatto positivo in ambito locale, Fondazione AIRC e Fondazione CDP hanno deciso di sostenere i progetti di due ricercatrici affermate che svolgono la propria attività nel Mezzogiorno. Il finanziamento ai progetti coordinati dalle due scienziate sottolinea l’impegno di entrambe le Fondazioni nel sostenere i percorsi di carriera delle ricercatrici nel mondo scientifico italiano: le donne rappresentano il 62% degli oltre 5mila ricercatori sostenuti da AIRC.
Il progetto La collaborazione destina un milione di euro a sostegno dei progetti di due scienziate attive nel Sud Italia: Francesca Pisani, del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli, e Clelia Tiziana Storlazzi, dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro.
Le ricercatrici riceveranno ciascuna un contributo di circa 500mila euro nell’arco di cinque anni, durante i quali avverranno anche verifiche tecniche delle attività in corso. Le risorse serviranno a sostenere, oltre all’attività sperimentale, l’acquisto di strumentazione scientifica e i costi per il personale di ricerca, con l’obiettivo di raggiungere nuovi metodi di diagnosi e cura del cancro. I progetti sono stati selezionati grazie al metodo internazionale di peer-review, che consiste nella valutazione per merito scientifico da parte di revisori indipendenti, scelti tra i massimi esperti in ambito oncologico nazionale e internazionale.
Nel dettaglio, il primo studio è coordinato dalla biologa molecolare Francesca Pisani, Dirigente di Ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli (Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare), ed è incentrato sul ruolo di uno specifico enzima (denominato DNA elicasi FANCJ) e delle mutazioni a esso correlate. Nelle persone che ne sono portatrici, tali mutazioni aumentano il rischio di insorgenza di tumori all’ovaio e al seno. Il tumore del seno è la neoplasia più diffusa in assoluto non solo in Italia, mentre quello dell’ovaio, anche se più raro, è ancora difficile da curare.
Il secondo progetto è condotto dalla biologa Clelia Tiziana Storlazzi, professore associato di Genetica presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Obiettivo dello studio è quello di approfondire le caratteristiche molecolari del microcitoma polmonare, una malattia ancora oggi molto difficile da curare.